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Sergio Pellissier: “All’Italia manca una prima punta di peso”

Il presidente della FC Clivense Sergio Pellissier è intervenuto ai microfoni di Tag24, commentando le recenti amichevoli della Nazionale Italiana.

Cosa ti è piaciuto delle due amichevoli appena viste e il cambio di modulo ti convince?

“Prima di tutto che abbiamo vinto, perché vincere fa sempre bene e non importa con chi giochi. Do pienamente ragione a Spalletti quando dice che ormai si rischia di fare brutta figura con qualunque avversario. Riuscire a fare una tournée in America e vincere con due squadre che, non saranno al top al livello mondiale, ma restano due formazioni temibili, non è mai facile. Credo che questo sia già positivo. Il mister sta cercando di capire quale può essere il modulo migliore per poter schierare questa squadra. Abbiamo tanti giocatori che possono interpretare vari moduli, ma ci manca ancora la prima punta di peso. Serve qualcuno capace di fare il gol in qualsiasi momento e sono sicuro che Spalletti stia cercando di capire chi può dargli maggiori garanzie in questo senso”.

Dopo la partita con il Venezuela, tutti erano convinti che l’Italia avesse trovato il suo bomber con Retegui. Mi sembra di capire che tu non hai questa stessa convinzione?

“Penso proprio di no. L’Italia è stata abituata ad avere attaccanti che facevano gol per 4, 5 o 6 partite consecutive in Serie A. Con tutto il rispetto, mi sembra che né Retegui, né Scamacca, o chi per loro stia facendo vedere di avere queste capacità. Forse l’unico era Immobile, ma tutti gli altri sono attaccanti normali. Probabilmente eravamo abituati troppo bene prima perché avevamo tanti giocatori da doppia cifra. Son cambiati i tempi, son cambiati gli allenatori e sono cambiati i moduli. Purtroppo anche da questo dipende il fatto di aver perso attaccanti veri. Una volta si giocava con le due punte mentre ora avere due attaccanti è un optional che solo l’Inter osa avere. Se questo è il calcio moderno è normale che la punta vera, quello che fa gol, il bomber e la boa di una volta, stiano scomparendo”.

Immobile può ancora tornare ad essere utile in vista di Euro 2024, oppure come dice qualcuno, il suo ciclo è finito?

“E’ incredibile che si possa pensare che un attaccante come Immobile non possa essere utile alla Nazionale. Uno che fa oltre 200 gol in campionato è ancora superiore a tutti gli altri. Gli anni passano, lui non è più quello di una volta e non sta facendo benissimo, ma ha avuto anche parecchi infortuni e hanno cambiato il modo di giocare. Lui non è uno a cui puoi dar palla e sperare che dribbli tutti, ma è uno che vive sull’errore dell’avversario, sulla palla filtrante, sui tagli. Deve avere giocatori che siano in grado di farlo rendere al meglio e in questo momento non li ha. Quando la squadra non gioca per lui, va in difficoltà. In Nazionale abbiamo tanti giocatori forti, ma tutti solisti. Se hai due esterni che ogni volta puntano, dribblano o calciano e non provano mai il filtrante alla punta che si inserisce, diventa difficile”.

Di Scamacca invece che mi dici?

“Fisicamente è un armadio, è un attaccante che ha qualità e personalità. Nonostante questo però non lo ritengo assolutamente in grado di sostituire gli attaccanti di una volta. Torno sempre a dire le stesse identiche cose: per me uno come Scamacca, non dico che dovrebbe far gol tutte le domeniche, ma buona parte di esse sì, come facevano quelli forti fino a qualche anno fa. Io giudico in base a quello che questi ragazzi dimostrano, non in base alle loro qualità. Altrimenti dovremmo fare delle scelte solo in base all’età e alle potenzialità di un giocatore, ma così avremo fallito prima ancora di scegliere”. 

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